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Intervista alla Tartarone di ritorno dagli europei di Helsinki

Cristina una rendese nel cuore dello squash

La giovanissima atleta sogna il suo futuro in una disciplina sportiva che educa a non mollare mai

Cristina una rendese nel cuore dello squash

Curiosando tra le pagine di sport, la nostra attenzione è stata attratta dalla rendese Cristina Tartarone, della A.S.D. Squash Scorpion Rende, rientrata da poco meno di un mese dai Campionati Europei '17 di squash a squadre tenuti ad Helsinki. Incuriositi, abbiamo intervistato Cristina chiedendole di raccontarci della sua passione per lo squash e di dirci che cosa le ha insegnato l’esperienza finlandese.

Raccontaci un podi te.

Ho quasi 16 anni, li compirò agli inizi di giugno! Sono nata a Cosenza, però i primi sette anni della mia vita li ho trascorsi a Napoli, città d’origine di mio padre. Mia madre invece è cosentina. All’inizio della seconda elementare ci siamo trasferiti a Rende, dove adesso frequento il Liceo classico ‘Gioacchino da Fiore’.

Quando ènata questa passione?

La passione per questo sport è nata quando ero alle scuole medie. Il mio allenatore, Salvatore Speranza, diede il via ad un progetto  per promuovere lo squash nelle scuole: il mio professore di educazione fisica, Roberto Costabile, mi ha spinto a partecipare agli allenamenti. E così, sessione dopo sessione, mi sono appassionata ogni giorno di più.

Che emozioni ti da lo squash?

Prima di tutto, felicità! Quando sono in campo mi sento felice. Mentre gioco mi rilasso, anche se può sembrare strano: mi sento veramente bene.

Che difficoltà presenta lo squash e che differenza c’ècon il tennis?

Come tutti gli sport agonistici, richiede ore giornaliere di allenamento: almeno due ore e mezza al giorno e tanta costanza. Lo squash richiede molta agilità: è uno sport veloce, in cui l’azione vincente si svolge in pochi millesimi di secondo. Naturalmente può essere praticato, con minore sforzo, pure a livello amatoriale. Ho praticato pure il tennis: ma non ho provato le stesse sensazioni del mio sport. Quindi, l’ho abbandonato: lo squash è divertente e appassionante da subito, anche se poi per uscire dalla fase dilettantistica e  competere a livello agonistico, ti devi allenare…e molto anche!

Si tratta uno sport individuale?

Principalmente è uno sport individuale e le sue origini vanno ricercate nei carceri reali di Fleet Street a Londra, dove fu inventato nell'800  da carcerati. Si gioca in tornei costituiti da tabelloni da otto, sedici o trentadue e così via. Ci sono anche delle competizioni a squadre: in Italia ci sono i Campionati italiani assoluti a squadre, in cui lo Scorpion Squash Rende partecipa. E giocano tre ragazzi e una donna. In base alla somma dei punti si determina la squadra vincitrice. Invece nelle competizione europee, come quelle che ho fatto ad Helsinki, c’era la squadra femminile di tre atlete e la squadra maschile di quattro atleti. Però sono due classifiche separate.

 Che cosa ti ha dato questa esperienza europea ad Helsinki?

Anche se non ho vinto nessuna partita, questa prima esperienza è stata positiva: mi ha dato una maggiore consapevolezza e molta più fiducia in me stessa. Sono tornata felice da questa sfida, pienamente consapevole che me la sono giocata al cento per cento con tutte le altre atlete europee, molte delle quali tra le migliori al mondo.

Hai trovato una rivalein questa agli europei finlandesi?

Sì, un'irlandese più grande di me di solo un anno, molto forte. Nonostante sia così forte, è molto disponibile e aperta al confronto. Molto umile: l’umiltà, secondo me, è una caratteristica importante per diventare un vero campione.

Come riesci ad organizzare lo studio al Liceo classico, la tua vita sociale e lo sport agonistico?

Riesco perfettamente a conciliare studio e sport agonistico: ho un’ottima media (dell’otto!). Le mie materie preferite sono l’italiano e l’inglese. I professori e la mia dirigente sono molto comprensivi e mi sostengono! Anche le mie amiche si interessano continuamente alle mie gare e mi capiscono se qualche sabato non riesco ad uscire con loro per partecipare ad un torneo: anzi, mi spronano a fare sempre meglio!

Perché consiglieresti ai tuoi coetanei a intraprendere uno sport, in generale, uno sport? Cosa ti lascia questa esperienza nel cuore?

Lo sport insegna che nella vita non bisogna mollare mai. Ho avuto un serio infortunio lo scorso anno e sono dovuta rimanere ferma per oltre quattro mesi: eppure, mi sono rialzata dalla momentanea 'caduta' e con molto sacrificio e determinazione, quest’anno sono stata convocata in nazionale per competere agli europei. Lo sport ti porta in ambienti sereni e più sani, rispetto a quelli che si possono trovare all’esterno.

Tra i tuoi sogni, quindi, ci saranno le Olimpiadi?

Sì, anche se sfortunatamente lo squash sarà disciplina olimpionica non prima di Parigi 2024. Il mio obiettivo principale ora sono i Campionati italiani assoluti individuali. Spero davvero di arrivare sul podio quest’anno: ce la metterò tutta!

Cristina Tartarone è stata ospite martedì 30, assieme alla prof.ssa Deborah Reda che ci ha parlato del progetto 'Sport di Classe', della trasmissione 'Nel cuore dello Sport', condotta da Fabio Mandato su Radio Jobel.

 

 

 

 

 

 

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