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Populismi, Europa, migranti e campi di concentramento attuali al centro della conferenza di Francesco di ritorno dall'Egitto

Conversazione a tutto campo del pontefice con i giornalisti di ritorno dal viaggio africano. “Oggi una guerra allargata distruggerebbe una buona parte dell’umanità ed è terribile!".

Populismi, Europa, migranti e campi di concentramento attuali al centro della conferenza di Francesco di ritorno dall'Egitto

“C’è il problema ‘populismi’ in Europa e nell’Unione europea, quello che ho già detto sull’Europa non lo ripeterò, ne ho parlato quattro volte. Ogni Paese è libero di fare le scelte che crede convenienti e davanti a questo io non posso giudicare se questa scelta la fa per un motivo o per l’altro. Non conosco la politica interna. È vero che l’Europa è in pericolo di sciogliersi, questo è vero. Dobbiamo meditare”. Lo ha detto Papa Francesco nella conferenza stampa durante il volo di ritorno dall’Egitto, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che chiedevano quali elementi di discernimento dare agli elettori cattolici francesi in vista delle presidenziali. Per Papa Bergoglio a “spaventare” e “alimentare” questi fenomeni populisti è “l’immigrazione. Ma non dimentichiamo – ha avvertito – che l’Europa è stata fatta dai migranti, da secoli e secoli di migranti".

“Ci sono campi di rifugiati che sono veri campi di concentramento. Qualcuno forse c’è in Italia, qualcuno forse in altre parti. Pensiamo a cosa fa la gente quando è rinchiusa in un campo senza poter uscire. Pensiamo che cos’è successo in Nord Europa quando i migranti volevano attraversare il mare per andare in Inghilterra, e sono stati chiusi dentro”. Così papa Francesco parlando di migranti e rifugiati. “Mi ha fatto ridere una cosa, e questa è un po’ la cultura italiana: in Sicilia – ha ricordato il Pontefice, riferendo di una conversazione con un delegato della Caritas di Agrigento – in un piccolo paese, c’è un campo rifugiati. I capi di quel paese hanno parlato ai migranti e hanno detto loro: ‘Stare qui dentro farà male alla vostra salute mentale, dovete uscire, ma per favore non fate cose brutte, delinquenza e criminalità! Noi non possiamo aprire i cancelli, ma facciamo un buco dietro, voi uscite, fate una passeggiata in paese…’. E così si sono costruiti buoni rapporti con gli abitanti di quel paesino: i migranti non fanno atti di delinquenza o criminalità. Ma stare chiusi senza uscire è un lager”.

“L’unità del battesimo va avanti, la colpa è una cosa storica: nei primi concili era chiaro, poi i cristiani battezzavano i bambini nei santuari e, quando volevano sposarsi, si ripeteva il battesimo sotto condizione. È cominciato con noi, non con loro. Siamo in buon cammino per superare questo. Gli ortodossi russi riconoscono il nostro battesimo e io riconosco il loro”. L'attenzione di Francesco, che in un passaggio ha parlato anche della situazione venezuelana e della diplomazia vaticana, è andata alla dichiarazione congiunta Chiesa cattolica e Chiesa copto-ortodossa, in cui al punto 11 si afferma di cercare “sinceramente di non ripetere il battesimo che è stato somministrato in una delle nostre Chiese per qualsiasi persona che voglia unirsi all’altra”. Il Papa ha anche ribadito che “l’ecumenismo si fa in cammino con le opere di carità, stando insieme. Non esiste un ecumenismo statico. I teologi devono studiare ma questo non è possibile che finisca bene se non si cammina insieme, pregando insieme”. Con il patriarca russo Kirill, ha aggiunto Bergoglio, “ci sono rapporti buoni e anche l’arcivescovo Hilarion è venuto parecchie volte a Roma e anche con lui abbiamo un buon rapporto. Con lo Stato russo: so che lo Stato parla della difesa dei cristiani in Medio Oriente, questa credo che sia una cosa buona: parlare contro la persecuzione. Oggi ci sono più martiri che in passato”.

Una battuta anche sulla vicenda relativa a Giulio Regeni. “Sono preoccupato, e dalla Santa Sede mi sono mosso su quel tema, perché anche i genitori lo hanno chiesto. La Santa Sede si è mossa. Non dirò come ma ci siamo mossi”.

“Oggi una guerra allargata distruggerebbe una buona parte dell’umanità ed è terribile! Guardiamo a quei Paesi che stanno soffrendo una guerra interna, in Medio Oriente, in Yemen, in Africa. Fermiamoci, cerchiamo soluzioni diplomatiche, e lì credo che le Nazioni Unite abbiano il dovere di riprendere un po’ la loro leadership perché si è un po’ annacquata”. “Dei missili coreani si parla da un anno – ha detto il Pontefice – ma adesso sembra che la cosa si sia riscaldata troppo. Richiamo al negoziato perché è il futuro dell’umanità”.

Fonte: Sir
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