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Mille chilometri a piedi con il desiderio di una Chiesa "con le donne"

Sono partiti in otto, fra cui un uomo, per portare il loro convincimento fin nel cuore della cattolicità. Sperano in una comunità cristiana capace di valorizzare la figura femminile. Il sostegno del vescovo di San Gallo, il sogno di incontrare il Papa. Lungo gli oltre mille chilometri di percorso tanti nuovi amici e sostenitori.

Mille chilometri a piedi con il desiderio di una Chiesa "con le donne"

Sono finalmente a Roma, dopo aver percorso gli oltre mille chilometri che separano San Gallo, in Svizzera, da piazza San Pietro: un gruppo di otto pellegrini, sette donne e un uomo, ha fatto tutta quella strada portando nello zaino e nel cuore il desiderio di “una Chiesa con le donne”. Dietro questa iniziativa ci sono persone consapevoli, cattoliche e profondamente credenti, preoccupate dal fatto che vedono donne, magari più giovani, disposte a vivere sul serio la loro appartenenza ecclesiale e che poi si confrontano – sostengono – con una Chiesa che non le rappresenta adeguatamente e non le prende sul serio. “Vorremmo che in futuro gli uomini nella Chiesa non facessero più riflessioni, senza le donne, sui temi che riguardano la loro posizione, ruolo e funzione, e non prendessero più decisioni senza le donne su tutto ciò che riguarda la vita della Chiesa”, spiega Hidegard Aepli, iniziatrice del progetto che non ha rivendicazioni “di potere” o richieste “ardue” come quella del sacerdozio femminile. In un linguaggio che rispecchia molto lo stile elvetico anche di essere Chiesa, Aepli dice: “Vogliamo percorrere la strada della parità dei diritti assieme agli uomini della Chiesa, e non contro di essi”.

Finalmente a Roma! E che alcuni degli uomini di Chiesa siano con loro lo dimostra il fatto che il vescovo di San Gallo, Markus Büchel, ha benedetto il gruppo alla partenza, il 2 maggio scorso, in una solenne celebrazione nella cattedrale: “abbiamo molto da imparare dalle donne”. “Abbiamo bisogno di loro perché portano qualcosa di speciale nella Chiesa”, ha detto il vescovo. Mons. Büchel non ha potuto camminare concretamente con loro, ma ha “camminato con loro spiritualmente” e le ha raggiunte al loro arrivo a Roma. Infatti oggi, sabato 2 luglio, è prevista una tappa tutta romana di questo cammino “per consegnare solennemente le intenzioni del progetto alle autorità della Chiesa”, spiega Hildegard Aepli. Un percorso porterà i pellegrini dalla chiesa di Santa Maria del Popolo a quella di Santa Maria sopra Minerva; lì il vescovo di Basilea, mons. Felix Gmür, e l’abate di St. Ottilien (Germania), Jeremias Schröder, terranno una meditazione. Poi, attraversando la Porta santa, arriveranno in San Pietro, dove il vescovo Büchel presiederà la messa alle 17. I pellegrini hanno scritto al Papa per poterlo incontrare e dalla Segreteria di Stato il 29 giugno è arrivata una lettera in cui si dice “che il Papa sa del loro progetto, ma che nei mesi estivi non fissa appuntamenti ufficiali”, scrive sul Blog speranzosa Lea, una delle pellegrine che spera in una non impossibile sorpresa di Papa Francesco.

Tante fatiche e soddisfazioni. A San Pietro sono già stati, il 27 giugno, ultimo giorno del loro viaggio: “attraversare piazza San Pietro è stato molto emozionante e abbiamo iniziato a intonare insieme il canto che ci ha accompagnato lungo il cammino ‘La fiducia è un passo…’ – racconta Franz – e poi ci siamo stretti in un lungo abbraccio e a tanti sono sgorgate lacrime di gioia”. Il cammino non ha risparmiato fatiche a nessuno: dal caldo torrido degli ultimi giorni, alla pioggia battente dell’Italia settentrionale, al freddo intenso sulle Alpi; dormendo a volte in un comodo letto d’albergo, molto più spesso con il sacco a pelo sul materassino, nonostante il mal di schiena e l’età di questi pellegrini, non proprio teenagers. C’è chi ha perso gli occhiali o il k-way nel cammino, insieme alle proprie paure, ma ha trovato “serenità”, “fiducia”, “amicizia e un forte senso di comunità”, raccontano sul loro blog.

 Resoconto quotidiano. Nel brillante resoconto quotidiano i pellegrini hanno dato spazio anche ai tanti altri sostenitori che si sono aggiunti: con messaggi di incoraggiamento sui social o inviati attraverso il sito, come ha fatto Micheline Calmy-Rey, già presidente della Confederazione elvetica o il vescovo di Osnabrük, Franz-Josef Bode, presidente della commissione donna della Conferenza episcopale tedesca; con eventi organizzati in contemporanea come è successo nella diocesi di Fulda, dove il 12 giugno un gruppo ha percorso un pezzo del cammino di Santiago. Altri hanno camminato insieme ai pellegrini svizzeri, in forma spontanea o partecipando a una delle 4 settimane organizzate lungo il percorso. Nutriti gruppi in autobus o in aereo hanno raggiunto il gruppetto negli ultimissimi chilometri di cammino.

“È stato veloce…”. Quando Papa Francesco il 13 maggio ha annunciato di voler approfondire il tema dell’ammissione delle donne al diaconato i nostri pellegrini erano ancora a Lecco e hanno umoristicamente commentato sul loro blog: “È stato veloce: è bastato attraversare le Alpi perché il miracolo avvenisse!”.

Fonte: Sir
Mille chilometri a piedi con il desiderio di una Chiesa "con le donne"
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