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L’uomo del “sì”, del silenzio e del sogno

Nell'anno dedicato al Custode del Redentore e Patrono universale della Chiesa il modello del vero discepolo credente ed ingoiato dal Vangelo

L’uomo del “sì”, del silenzio e del sogno

Avremo un anno per accostarci teneramente e contemplare la figura pienamente evangelica di Giuseppe Custode del Redentore. L’uomo del silenzio che appare e poi, ingoiato dalla stessa narrazione, scompare tra le pagine della Scrittura, mentre l’evangelista Luca ci fa intuire il clima di famiglia che si è creato nella casa di Nazaret. Un clima, un ambiente, dove il piccolo Gesù poté crescere in età, sapienza e grazia. Il fatto che Giuseppe sia stato dichiarato patrono della Chiesa universale non è riducibile alla sola intercessione. È una scelta “fontale”, è stato posto “all’inizio della storia della salvezza” dice la colletta della messa della sua solennità, ed è quindi un riferimento per tutti. Nella santa famiglia non è una figura decorativa ma essenziale, voluta da Dio accanto al Figlio, accanto alla Madre. L’anno dedicato a questa grande figura, che appare nella sua umanità e nella sua piena fiducia in Dio e in Maria, che si carica della gioia e anche delle umane e ovvie domande, ci permette di scoprire un nuovo tassello del cammino del vero discepolo: Giuseppe è l’uomo del sì, del silenzio e anche del sogno. Nella vita del carpentiere, il sogno diventa lo spazio e il linguaggio di Dio. Dio indica la strada a Giuseppe attraverso le apparizioni di un angelo che, in sogno, gli svela il segreto dell’Incarnazione e del progetto divino, in sogno gli indica la strada per l’Egitto e quella del ritorno. Il sogno, in Giuseppe diventa così un “luogo” teologico, un luogo di ricerca e di svelamento, il vero spazio di libertà dove l’uomo può credere o limitarsi a dire “è stato un bel sogno, ma solo un sogno”. Giuseppe è modello di grande attualità per la nostra vita di fede; egli che portava in sé tutto il patrimonio dell’antica alleanza, nel nome e nella genealogia, non si limita a fare da notaio per la nascita di Cristo e di padre adottivo per la legge, Egli è l’uomo che si lascia interpellare dalla Parola, lucidissimo, per una grande libertà. Come Maria, ha espresso il sì più alto della storia, e la sua singolarità sembrerebbe allontanarlo da noi. In realtà la sua concretezza esistenziale è, e può essere, molto provocante nella nostra vita, sia nello stile che nei silenzi. San Giuseppe è il santo per ogni vocazione, non per ogni stagione, perché ha ampiezza e radicalità totale nei confronti di un progetto non suo, di quello che è il progetto di Dio sull’umanità e la sua adesione verginale è stata così feconda a partire proprio da quel suo intimo, personale e nascosto “sì”.

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