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Francesco: santità è vivere il Vangelo

Il papa ha celebrato in Svezia la messa nella solennità di tutti i Santi. "Le beatitudini sono la carta d'identità del cristiano". Prima dell'Angelus l'invito agli svedesi a essere sale e luce nel proprio ambito di vita.

foto AciStampa.com

La santità "a volte non si manifesta in grandi opere o in successi straordinari, ma sa vivere fedelmente e quotidianamente le esigenze del battesimo. Una santità fatta di amore per Dio e per i fratelli. Amore fedele fino a dimenticarsi di sé stesso e a darsi totalmente agli altri, come la vita di quelle madri e quei padri che si sacrificano per le loro famiglie sapendo rinunciare volentieri, benché non sia sempre facile, a tante cose, a tanti progetti o programmi personali". Vivere in fedeltà il Vangelo. Questa è per papa Francesco l'espressione della santità. Il pontefice l'ha descritta nella Santa Messa celebrata a Lund, in Svezia, dove si è recato per commemorare i 500 anni della Riforma luterana. Davanti alla comunità cattolica, riunita nello stadio locale in 15 mila unità, il pontefice ha celebrato la Messa nella solennità di tutti i Santi.

I santi "hanno scoperto il segreto della felicità autentica, che dimora in fondo all’anima ed ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Perciò i santi sono chiamati beati. Le Beatitudini sono la loro via, la loro meta, la loro patria". Commentando la pericope evangelica matteana delle beatitudini, Francesco ha detto che "esse sono il profilo di Cristo e, di conseguenza, del cristiano". "Le Beatitudini sono in qualche modo la carta d’identità del cristiano. Siamo chiamati ad essere beati, seguaci di Gesù, affrontando i dolori e le angosce del nostro tempo con lo spirito e l’amore di Gesù" - ha proseguito il Papa.

Francesco ha proseguito commentando ancora le 8 beatitudini evangeliche. "Beati coloro che sopportano con fede i mali che altri infliggono loro e perdonano di cuore; beati coloro che guardano negli occhi gli scartati e gli emarginati mostrando loro vicinanza; beati coloro che riconoscono Dio in ogni persona e lottano perché anche altri lo scoprano; beati coloro che proteggono e curano la casa comune; beati coloro che rinunciano al proprio benessere per il bene degli altri; beati coloro che pregano e lavorano per la piena comunione dei cristiani... Tutti costoro certamente riceveranno la ricompensa meritata".

Prima di recitare la preghiera dell'Angelus, Francesco ha invitato i cattolici di Svezia "a essere sale e luce nelle circostanze in cui vi trovate a vivere, con il vostro modo di essere e di agire, secondo lo stile di Gesù, e con grande rispetto e solidarietà verso i fratelli e le sorelle delle altre chiese e comunità cristiane e verso tutte le persone di buona volontà". Parole che suonano in sintonia con il motivo dell'intero viaggio papale, che - per sua stessa esplicita ammissione, ha costituito un momento significativo nel percorso ecumenico portato avanti da Bergoglio nel suo pontificato.

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