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Francesco benedice il servizio ecclesiale delle guardie svizzere

Il saluto del pontefice alle nuove reclute delle Guardie Svizzere, ricevute oggi in udienza, nella Sala Clementina, insieme ai loro familiari e a tutto il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, in occasione del giuramento.

foto Aci Stampa

“La presenza dei vostri genitori, parenti e amici, venuti a Roma per prendere parte a questi giorni di festa, manifesta sia l’affetto dei cattolici svizzeri alla Santa Sede, sia l’educazione cristiana e il buon esempio mediante i quali i genitori hanno trasmesso ai figli la fede, il valore dell’appartenenza alla comunità cristiana e il significato del servizio ecclesiale”. È il saluto del Papa alle nuove reclute delle Guardie Svizzere, ricevute oggi in udienza, nella Sala Clementina, insieme ai loro familiari e a tutto il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, in occasione del giuramento. Presente anche la presidente della Confederazione elvetica, Doris Leuthard, ricevuta poco prima in udienza. “Come ogni anno – le parole di Francesco – voi fate memoria del doloroso, e al tempo stesso famoso, ‘sacco di Roma’, nel quale le Guardie Svizzere si distinsero in una coraggiosa e indomita difesa del Papa, fino al sacrificio della vita”. “Oggi non siete chiamati a questo eroica offerta della vita fisica, ma ad un altro sacrificio non meno arduo: a servire cioè la potenza della fede”, la consegna di Francesco. “Siete chiamati ad essere forti e valorosi, sostenuti dalla fede in Cristo e dalla sua parola di salvezza”, ha proseguito il Papa: “La vostra presenza nella Chiesa, il vostro importante servizio in Vaticano è un’occasione per crescere come coraggiosi soldati di Cristo”. “I pellegrini e i turisti che hanno la possibilità di incontrarvi rimangono edificati scoprendo in voi, insieme con le caratteristiche compostezza, precisione e serietà professionale, anche generosa testimonianza cristiana e santità di vita”, ha fatto notare Francesco: “Sia questa la vostra prima preoccupazione”.

“Sentitevi parte attiva del grande popolo di Dio, discepoli-missionari impegnati a testimoniare il Vangelo nell’ambiente in cui operate e nei luoghi del tempo libero”. È la consegna del Papa, nella seconda parte del discorso rivolto al Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, in occasione del giuramento delle nuove reclute. “E questo passa attraverso piccoli gesti quotidiani, a volte ripetitivi, ma ai quali è importante dare un significato sempre nuovo”, ha proseguito Francesco: “In tal modo si forma uno stile di comportamento che, all’interno del Corpo, è fatto di reciproca armonia e rispettosa comunione con i vostri superiori, e all’esterno si esprime nell’accoglienza, nella gentilezza, nella pazienza”. “Vi auguro anche di poter valorizzare questa stagione della vostra vita per cogliere alcune delle molte possibilità di crescita spirituale e culturale che Roma vi offre”, l’altro invito del Papa, che ha citato San Filippo Neri, il quale “accompagnava i suoi ragazzi alla scoperta delle tracce delle antiche comunità cristiane, sulle orme dei santi”. “Ecco, questa è una cosa molto interessante”, il commento di Francesco: “Percorrere Roma sulle tracce dei tanti santi e sante che hanno vissuto in questa Città. E ciò renderà ancora più indimenticabile e ricco di frutti il vostro periodo romano!”. Infine, il grazie “all’intero Corpo della Guardia Svizzera la mia riconoscenza per la diligenza e la sollecitudine con cui svolge la propria preziosa attività al servizio del Papa e dello Stato della Città del Vaticano” e la citazione dei patroni: San Martino, San Sebastiano e San Nicola di Flüe, di cui “ricorre quest’anno il sesto centenario della nascita”.

Fonte: Sir
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