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O'Malley: la famiglia è la scuola dell'amore

Il Cardinale di Boston al Meeting mondiale di Philadelphia sottolinea l'importanza di amare ed invita le famiglie di tutto il mondo ad essere missionarie

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Da Philadelphia

Il Cardinale Sean Patrick O'Malley, Arcivescovo di Boston, rivolgendosi ai partecipanti all'VIII Meeting mondiale delle famiglie, che si è svolto a Philadelphia nei giorni scorsi, ha detto che "la famiglia è la scuola dell'amore." Ed ha invitato tutti a "vedere il mondo attraverso gli occhi di Dio". Abbiamo incontrato il Cardinale O'Malley al termine della sua conferenza per porgergli alcune domande sul sacramento del matrimonio e sul valore della famiglia nella nostra società. 

Eminenza, Filadelfia in questi giorni ha accolto migliaia di famiglie e di coppie in preparazione al matrimonio. Quali sono i frutti che porterà questo Meeting?

La famiglia è la scuola della vita, è il luogo di evangelizzazione primaria. Questo Meeting è molto importante per invitare i nostri cattolici a vivere la propria vocazione. Il Santo Padre ha detto che c’è una minaccia molto forte contro la famiglia: la post-modernità. Abbiamo bisogno di incoraggiare le nostre coppie. La famiglia deve essere missionaria e accettare la sua responsabilità a trasmettere la fede ad una nuova generazione di cattolici. Siamo qui per costruire una civiltà dell'amore, la Chiesa deve essere un ospedale da campo che rende presente l'amore misericordioso di Cristo.

In che modo accettare l'invito di papa Francesco a vivere la gioia del Vangelo per diventare discepoli missionari?

La bellezza e la gioia sono gli strumenti più potenti che abbiamo per evangelizzare. Così, insieme vogliamo sognare un mondo dove la bellezza della vita familiare attrae le persone, e le invita a farsi dono nel matrimonio, a costruire una chiesa domestica che contribuirà ad una civiltà dell'amore.

Come far riscoprire il valore della famiglia domestica?

La preghiera è molto importante. La famiglia se prega insieme resta insieme. La tavola della famiglia è il centro della casa, ma l’altare è anche il centro della nostra famiglia cattolica dove esploriamo la nostra identità e dove possiamo custodire le tradizioni della nostra famiglia, anche quelle spirituali.

Le famiglie cristiane a quale compito sono chiamate?

Innanzitutto a essere missionarie. Dobbiamo essere fedeli alla nostra missione come famiglia di Cristo. Nel piano di Dio, le famiglie sono missionarie. Trasmettono la fede alle nuove generazioni e condividono con i loro nuovi componenti i tesori e le eredità che hanno ricevuto. Il matrimonio nel disegno di Dio è un santuario della vita, e la famiglia è una comunità di amore. Questa è una parte molto importante del messaggio evangelico, la buona notizia che dobbiamo vivere e annunciare. Come ha detto il Papa Paolo VI, nella Evangelii Nuntiandi, "la famiglia, come la Chiesa, deve essere uno spazio in cui il Vangelo è trasmesso e da cui il Vangelo si irradia. Dunque nell'intimo di una famiglia cosciente di questa missione, tutti i componenti evangelizzano e sono evangelizzati. I genitori non soltanto comunicano ai figli il Vangelo, ma possono ricevere da loro lo stesso Vangelo profondamente vissuto. E una simile famiglia diventa evangelizzatrice di molte altre famiglie e dell'ambiente nel quale è inserita".

Quali sono le sfide pastorali più urgenti del prossimo incontro dei Vescovi?

Aiutare i giovani di oggi, far capire loro l’importanza del sacramento del matrimonio come vocazione, ma anche di essere aperti alla vita. Papa Francesco quando ha parlato al Congresso americano ha detto che molti giovani per la circostanza di povertà e di sofferenza non hanno la possibilità di sposarsi, altri hanno l’opportunità di fare tante cose e non si sposano, perciò dobbiamo trasmettergli una visione chiara del sacramento e dell’importanza di questa vocazione della Chiesa.

Eminenza, lei ha avuto modo di incontrare tantissime coppie durante il suo servizio pastorale. Qual è il segreto per far funzionare un matrimonio?

È amare. Come ha dettopapa Benedetto XVI nell'enciclica Deus caritas est "Abbiamo creduto all'amore di Diocosì il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita". Sì, la scelta fondamentale della nostra vita è quello di amare Dio, che per primo ci ha amati e di amare il nostro prossimo come noi stessi. Nel disegno di Dio, la famiglia deve essere una scuola d'amore, dove si impara a fare dono di noi stessi al Signore e agli altri, come l'amore sacrificale di Gesù sulla croce, che è la fonte della nostra vita di discepoli. La decisione di amare nasce da un incontro con il Dio vivente, il cui amore è fondamentale per la vita, e pone domande decisive su chi è Dio e chi siamo noi.

Da Philadelphia
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