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Chiesa&Emergenza 13/ Cari sacerdoti non siete invisibili, ci siete vicini diversamente

Una lettera dell'azione cattolica diocesana ai preti: contate su di noi e sulla nostra preghiera

Chiesa&Emergenza 13/ Cari sacerdoti non siete invisibili, ci siete vicini diversamente

L'Azione cattolica scrive ai sacerdoti della diocesi. Il tono è quello confidenziale "Caro don” ma i passaggi sono quelli di chi esprime preoccupazione, desiderio di relazioni vere,”da giorni siamo costretti alla distanza fisica, a causa di quest’invisibile virus che nei suoi effetti devastanti è tutto tranne che minuscolo".

I giovani scrivono con simpatia, ma per far leva sul cuore dei sacerdoti che camminano accanto a giovani e adulti, accierrini e studenti: "Sappiamo che, all’inizio della quarantena, soprattutto se sei un assistente di AC, avrai subito pensato Evvai, per un po’ non li sentirò parlare per ore!”. Ma sappiamo anche che è stato solo all’inizio: poi ci siamo inventati le riunioni via Skype, Zoom, e qualsiasi altra piattaforma esistente, costringendoti, nuovamente, a prendere dimestichezza con questi mezzi per farti vicino a noi" ma la vera finalità è quella di chiedere ai sacerdoti di essere ancora, con maggior forza, sacerdoti davanti a Dio per tutti: "quello che ti chiediamo sempre, come laici e soci di AC, è di farci sentire costantemente la tua vicinanza, la tua guida, il tuo supporto e il tuo sostegno. E, per questa volta, indegnamente forse, vogliamo ricambiare il favore”.

C'è gratitudine ed affetto nella lettera dell'Ac ai suoi preti. I soci riconoscono che l'associazione "ha donato la ricchezza di conoscere sacerdoti che, consapevoli del valore dei laici, hanno sempre accolto con gioia i passi condivisi, hanno sostenuto quelli incerti, hanno risollevato quelli zoppicanti. In questo tempo così “strano”, noi che crediamo di aver messo in stand by tutto (lo crediamo, perché in realtà non abbiamo messo in stand by proprio niente, abbiamo solo cambiato il modo di portare avanti i nostri impegni) ti osserviamo fare le tue cose di sempre: forse l’unico che ha cambiato poco della sua quotidianità sei proprio tu, che sei chiamato, a maggior ragione in questo tempo, a stare in prossimità delle persone, a toccare con mano tanta sofferenza, a reggere gli sguardi, spesso giudicanti, di chi si chiede il perché stia succedendo tutto questo... e mai come ora devi fare tutto da solo. Noi non sappiamo trovare parole buone per aiutarti a stare dentro questo tempo, facciamo fatica come tutti a capire come si fa, ma ci teniamo a dirti che non sei invisibile, che noi, senza pretese, posiamo il nostro sguardo su di te. E se ora siamo costretti a vivere le celebrazioni divisi da uno schermo, sappiamo che presto torneremo a fare festa insieme. Conta su di noi sempre, noi preghiamo per te!

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