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Si accende la speranza. I ricercatori dell'Unical hanno sperimentato anticorpi sintetici per bloccare il Coronavirus

Sviluppata in tempi rapidi, è necessario che sperimentare la terapia sul virus attivo. "Sono stato contattato da aziende farmaceutiche", spiega il coordinatore del team Francesco Puoci

Si accende la speranza. I ricercatori dell'Unical hanno sperimentato anticorpi sintetici per bloccare il Coronavirus

Un inizio di primavera insolito in questo 2020. La serenità di poter godere del clima mite e di alberi in fiore è offuscata da quel ‘mostro’ che si è prepotentemente insinuato nelle nostre vite. Milioni di vite paralizzate e un sistema sanitario che seppur stremato va avanti. 59138 i casi totali nel nostro Paese a ieri. È quanto emerge dal bollettino giornaliero diramato ieri dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Cresce il numero di contagiati nella nostra regione: 273 le persone risultate positive ieri, 38 i nuovi casi. Sempre in prima linea il personale sanitario, eroi insieme alle Forze dell'ordine e a quanti continuano a lavorare in questi giorni. Se da un lato il fronte politico cerca di fronteggiare il contagio emanano misure restrittive, dall'altro il mondo della sperimentazione procede a passo spedito alla ricerca di possibili cure. In mancanza di vaccini e di farmaci specifici alcuni ospedali (tra cui il nosocomio cosentino) somministrano il Tocilizumab, un farmaco contro l’attrice reumatoide, o farmaci anti-Aids. In questo clima di incertezza ad accendere e alimentare la speranza è la ricerca portata avanti dall'Università della Calabria. “La terapia- comunica attraverso un comunicato stampa Francesco Puoci, professore associato del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione e coordinatore del team di cui fanno parte Ortensia Ilaria Parisi, postdoc dell’Unical, il dottorando Marco Dattilo, il borsista Francesco Patitucci, il professore Vincenzo Pezzi, ordinario di Biologia applicata, e il dottor Rocco Malivindi, tecnico socio sanitario, si basa sull’utilizzo di anticorpi sintetici monoclonal type capaci di intervenire sul virus prima che infetti la cellula umana: i ricercatori hanno creato una nano particella che blocca il punto di adesione del virus con le nostre cellule. “Il nuovo Coronavirus aggancia la cellula bersaglio attraverso la proteina spike, che si lega ad uno specifico recettore delle nostre cellule, ACE2, la porta d’ingresso alle cellule umane che le proteine spike riescono a forzare utilizzando come chiave l’unità RBD. Il modello sperimentale utilizzato ha mostrato la capacità di riconoscere e legare il segmento RBD delle proteine spike bloccandone la funzione”. Sviluppata in vitro in 30 giorni, lo step fondamentale è la sperimentazione sul virus attivo e quella in vivo. “Sono stato già contattato da importanti aziende farmaceutiche con cui stiamo iniziando un dialogo ma, vista l’urgenza, sto interpellando strutture ospedaliere italiane, tra cui il Sacco e lo Spallanzani, per avviare la sperimentazione con partnership rilevanti. Stiamo provando ad intraprendere più strade per conseguire un risultato in tempi rapidi, per quanto la scienza lo permetta”, racconta Puoci a Gabriella Cantafio, giornalista di Vanity fair, annunciando, inoltre, il lancio di un crowdfunding sulla piattaforma GoFundMe, con il sostegno dell’Associazione BeGov.

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