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Nuove povertà, un'emergenza che riguarda tutti

I dati della Caritas ci parlano di un incremento dei poveri in questi mesi di pandemia pari al 114%. Più del doppio.

Nuove povertà, un'emergenza che riguarda tutti

I dati della Caritas ci parlano di un incremento dei poveri in questi mesi di pandemia pari al 114%. Più del doppio. Un dato che già da solo dovrebbe far scattare l’allarme. È inutile segnalare come così facendo a quest’ultima sta aggiungendosi sempre di più anche quella sociale. E se già i dati della Caritas sono più che sufficienti per comprenderlo, vorrei fermarmi a riflettere su un altro dato che mi ha turbato non poco. Mi riferisco alle lunghissime code che si stanno registrando davanti al banco dei pegni di tutta Italia, alla ricerca di prestiti da parte di persone bisognose e stremate da questo pesantissimo lockdown. In particolare mi ha molto colpito sentire le parole di una pensionata quasi ottantenne di Torino, Concetta, la quale ha perso il marito e che è in attesa di una se pur misera pensione di reversibilità che l’INPS prima o poi dovrebbe riconoscerle. Questa donna, a chi le chiedeva cosa facesse lì davanti, ha riferito sconsolata: “Non è vero che il funerale lo paga lo Stato. Mio marito è da un mese che aspetta nel deposito. È morto il 23 marzo, è stato cremato, ma adesso mi chiedono 400 euro. Aspetterà un altro mese la sepoltura e intanto sono costretta a pignorare i ricordi di una vita insieme“. E Concetta, oltre ai pochi gioielli regalatele nel tempo dal marito defunto, ha ammesso tra le lacrime: “Darò in pegno anche la fede nuziale”. Sì, anche il segno di quel matrimonio durato una vita e interrotto in maniera terribile. Dopo aver sentito questa testimonianza è difficile non avvertire un tonfo al cuore misto anche ad un sussulto di rabbia. Ma è mai possibile? Dopo la malattia cosa altro ci aspetta? Purtroppo oggi la povertà è causata, direttamente o indirettamente, dalla malattia. Domani potrebbe invertirsi il rapporto e sarà la povertà a portare più malattie. Perché ciò che sfugge oggi a molti è che un paese povero è più insicuro, vulnerabile e che ogni emergenza economica ha portato storicamente un incremento di altre malattie, per lo più dovute al venir meno di un’adeguata prevenzione che, è noto, costa anche questa. Ed anche in questo caso viene da chiedersi se la nostra Sanità potrà farcela a sostenere domani i costi per curare così tanta gente? Ecco un altro buon motivo perché quelle file davanti alla Caritas ed al banco dei pegni interessano tutti noi. Ecco perché nessuno va lasciato indietro, ora più che mai. 

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