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Contro il cyberbullismo dall'Italia del Sud forti segnali di reazione

Tra le diverse iniziative di contrasto, sono stati avviati dalle Aziende sanitarie di Potenza e Trapani due progetti sul modello dell’ambulatorio contro il cyberbullismo aperto nel marzo 2014 a Roma presso il Policlinico universitario ''Agostino Gemelli''. Creato un blog dalla giornalista Cetty Mannino per affrontare la sicurezza sul web direttamente con gli adolescenti.

Contro il cyberbullismo dall'Italia del Sud forti segnali di reazione

Informazione, formazione, accompagnamento: si gioca su questo trinomio la lotta contro il cyberbullismo, “mostro” incorporeo che, protetto dall’anonimato, colpisce senza pietà i ragazzi più deboli con grandi sofferenze psicologiche, spingendoli a volte - ed è anche cronaca recente - addirittura al suicidio. Secondo una recente indagine della Polizia di Stato - in collaborazione con il ministero dell'Istruzione e il Garante per l'infanzia - un ragazzo su quattro dichiara di essere sempre connesso, nove su dieci hanno uno smartphone con accesso a internet, e sei su dieci sono stati vittime di cyberbullismo. Il fenomeno è in costante aumento, ma le famiglie - e questo è un altro dato preoccupante - spesso non ne hanno consapevolezza. Tra le diverse iniziative di contrasto, sono stati avviati dalle Aziende sanitarie di Potenza e Trapani due progetti sul modello dell’ambulatorio contro il cyberbullismo aperto nel marzo 2014 a Roma presso il Policlinico universitario “Agostino Gemelli”, ed è stato creato un blog. Prevenire e curare. Un ambulatorio per le vittime e i bulli, e un percorso di prevenzione nelle scuole e negli altri luoghi di aggregazione giovanile (associazioni sportive, gruppi, movimenti) è l’offerta dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Potenza. Informazione-formazione e laboratori per studenti, genitori, educatori e docenti; riconoscimento di comportamenti a rischio su segnalazione diretta dei giovani coinvolti o da educatori o familiari, colloqui esplorativi e di sostegno, percorsi per genitori. A questo si aggiunge l’ambulatorio cui si può accedere gratuitamente, senza il pagamento di alcun ticket. Tutti gli interventi vengono attuati in un sistema di rete con la scuola, i servizi sociali del Tribunale per i minori, la Polizia postale, i pediatri di libera scelta, il Servizio di neuropsichiatria infantile, l’associazione di promozione sociale per la lotta al cyberbullismo “Il cielo nella stanza”. Info e prenotazioni: 33171504581. Nuova consapevolezza in rete. “Ri_Medi@, digitare, smartphone e social network nella vita delle ragazze e dei ragazzi” è invece il progetto pilota avviato dall’Azienda sanitaria provinciale di Trapani contro il cyberbullismo e le sue diverse sfumature, tra cui il sexting, ossia l’invio di messaggi, foto e video a sfondo sessuale. Quello che molti ragazzini e adolescenti (anche di 12 anni) inconsapevoli accolgono con leggerezza come un ‘gioco alla moda’, finisce per trasformarsi in un incubo quando i protagonisti delle immagini finiscono sotto ricatto - e accade spesso - di qualche cyberbullo. Promosso nei territori dei sei Distretti socio-sanitari della provincia, il programma è stato elaborato con la collaborazione dell’ “Istituto omnicomprensivo statale di istruzione secondaria” e del Circolo didattico “Angelo Daietti”, è partito a Pantelleria all’inizio dello scorso anno scolastico e ha fino ad oggi coinvolto 160 studenti e 50 genitori. Per tutta la durata dell’anno, un’équipe dell’Asp ha proposto azioni di conoscenza e consapevolezza sull’uso dei social media e sul comportamento da adottare in rete. Il progetto sarà replicato quest’anno a Marsala, Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo e Buseto Palizzolo, sempre in provincia di Trapani. Comportamenti a rischio. Ed è proprio il comportamento in rete degli adolescenti a destare preoccupazione. Secondo “Save the children”, il 68% chiede l’amicizia su Facebook o il contatto su Twitter a persone appena conosciute; il 44% invia e il 40% riceve messaggi a sfondo sessuale, il 39% fornisce il proprio numero di cellulare a persone “incontrate” in rete. Di qui l’idea del blog www.intreccio.eu, creato dalla giornalista Cetty Mannino per affrontare la sicurezza sul web direttamente con gli adolescenti. “Essere informati - sostiene - è l’unico modo per prevenire un fenomeno sociale in evoluzione” ma che, “pur diffuso, si muove ancora in silenzio”; per questo occorre osservarlo “intrecciandone” le diverse angolazioni attraverso “una ‘piazza virtualè che raccoglie punti di vista di ragazzi, genitori, insegnanti ed esperti”. E sul tema, avverte, “il popolo della Rete, e non solo”, è diviso tra chi lo ritiene “un’emergenza inesistente” e chi lo reputa “un pericolo da bloccare”. Tra questi ultimi lo psicoterapeutaRoberto Kerra: “A differenza del bullismo che ha quasi sempre coordinate spazio-temporali definite, la vittima di cyberbullismo sente di non essere più al sicuro in nessun luogo e in nessun momento, e di conseguenza può sviluppare sintomi psichiatrici di tipo paranoico”. A chiedere “App e siti Internet a misura di bambino”, cioè che garantiscano la privacy dei giovanissimi che li utilizzano, spesso già dall’età di otto anni, è stato nei giorni scorsi il Garante Antonello Soro, facendo notare come la richiesta di dati personali per l’accesso alla maggior parte di questi servizi metta a rischio la sicurezza in rete dei più giovani. Resta tuttavia fondamentale il controllo e soprattutto la guida delle famiglie, l’importanza di insegnare il valore della riservatezza e della custodia delle proprie relazioni, dei propri sentimenti e del proprio corpo. Il rispetto che gli altri avranno di noi parte anche da qui.

Fonte: Sir
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