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Consulta Antiusura: modificare il Salva Italia riguardo l'accesso al Fondo di solidarietà

Mons. D'Urso: "venga esteso anche alle famiglie, a tutte le persone fisiche vittime dell’odioso reato dell’usura".  

Consulta Antiusura: modificare il Salva Italia riguardo l'accesso al Fondo di solidarietà

La Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II torna a rivolgere alla politica l'appello a sostegno delle persone già povere, indebitate e a rischio usura. Il Decreto “Salva Italia" modifichi i criteri di accesso al Fondo di Solidarietà per le vittime di usura, di cui all’art. 14 della legge 108/1996, estendendolo anche alle famiglie, a tutte le persone fisiche vittime dell’odioso reato dell’usura. 

"Il Parlamento per lo stato di emergenza da pandemia da Covid-19 si appresta ad approvare la legge “Salva Italia” - ricorda la Consulta nella nota a firma del suo presidente monsignor D'Urso - rispondendo con grande impegno all'arresto di ogni attività ed alle difficoltà di milioni di famiglie che inevitabilmente si vedranno ridotto il reddito con conseguenze per l’economia familiare, i consumi, le cure mediche, gli studi dei figli. Aumenta esponenzialmente il pericolo della perdita di migliaia di posti di lavoro". 

La Consulta propone, a tal proposito, un emendamento all'art. 54 bis(Estensione dell'accesso al Fondo di solidarietà per le vittime dell'usura), che alleghiamo di seguito:

Attualmente l’accesso al Fondo è destinato esclusivamente agli operatori economici, commerciali, artigiani, artisti e professionisti; inoltre, sia previsto che i residui annuali non utilizzati dal Fondo per interventi di solidarietà alle vittime dell’usura, di cui all’art. 14, siano destinati nella misura del 50% al Fondo di prevenzione dell’usura di cui all’art. 15 della medesima legge con un anticipo per questa annualità a valere sull’attuale disponibilità del Fondo per via dell’emergenza. La conseguente garanzia rilasciata certamente potrà rappresentare uno strumento efficace di sostegno alla perdita di redditività. In questi giorni stanno giungendo presso le nostre 32 Fondazioni Antiusura presenti in ogni Regione di Italia richieste di sospensione giustificate dalla perdita di redditività che non consente più di coprire l’intera rata. Oltretutto sull’estensione alle persone fisiche sussistono motivi di urgenza e di opportunità a beneficio dei cittadini e quindi dello Stato. Si tratterebbe di interventi di importi assai modesti ma con una capacità di diffusione nel tessuto sociale molto rilevante rispetto ai benefici garantiti alle imprese, che determinerebbero, sul piano concreto, la sottrazione della famiglia sovraindebitata dalle maglie della criminalità organizzata ma addirittura il suo reinserimento nel circuito economico legale non figurando più tra i soggetti protestati, segnalati alla Crif e quindi resi bancabili. Cosa altrettanto importante è che in tutto il 2019 il Ministero dell’Economia e delle Finanze per imprese e famiglie ha “rischio usura” ha messo a disposizione 18,9 milioni di euro. L’importo è stato erogato attraverso il "Fondo di prevenzione del fenomeno dell’usura" (istituito dalla legge 108 del 1996 presso il MEF) a 109 Confidi (consorzi di imprese) e 37 tra Associazioni e Fondazioni (32 della quali associate alla Consulta Nazionale Antiusura – che esercita anche attività a parte) impegnate nella lotta all’usura, che possono usare così per fornire garanzie per prestiti a imprese e famiglie in difficolta economica e a rischio di cadere nello strozzinaggio. C, il 70% delle risorse è destinato ai Confidi (13.2 milioni di euro) e il 30% alle Associazioni e Fondazioni (5,7 milioni di euro). Ad oggi solo le Fondazioni hanno garantito prestiti per oltre 450.000.000,00 di euro a cui si aggiungono altre risorse reperite con iniziative privare delle singole Fondazioni (eventi di beneficienza ad esempio). Dietro i numeri ci sono le persone, le famiglie e le imprese sottratte al giogo della criminalità organizzata. La percentuale di sofferenze registrate negli ultimi anni da parte delle Fondazioni varia tra il 10 – 13% mentre su base complessiva (Confidi e associazioni/fondazioni) si attesta attorno al 20%. In entrambi i casi parliamo di una percentuale del tutto fisiologica e fortemente auspicata dal credito bancario che, al contrario, ha registrato negli ultimi anni anche sofferenze oltre il 70% tanto da generare il problema legato ai c.d. N.P.L. Un successo, se solo pensiamo che i soggetti sovraindebitati (persone fisiche e imprese) quando arrivano presso i nostri sportelli sono soggetti protestati, iscritti alla Crif, con procedure concorsuali nel caso di imprese e soprattutto non sono più soggetti bancabili e con esposizioni considerevoli. La legge 3 del 2012 che avrebbe dovuto agevolare un percorso di risanamento, concretamente non ha fatto registrare gli intenti del Legislatore. Con la nostra attività non solo restituiamo la famiglia e l’impresa all’economia del paese, ma restituiamo i soggetti sovraindebitati al circuito legale del credito e ancor di più, se mi è consentito, restituiamo loro la DIGNITÀ. La Consulta in questo momento chiede l'attenzione di tutti Parlamentari italiani, il rischio è il collasso sociale ed economico, sono milioni le abitazioni principali che possono finire all'asta, in pasto a speculatori spregiudicati determinati ad arricchirsi sulla carne viva della gente in difficoltà. Si auspica, perciò, la immediata e urgente approvazione di due misure: 1. Sia previsto l’accesso di tutti i soggetti, persone fisiche e imprese, al Fondo di Solidarietà antiusura ex art. 14 L. 108/1996; 2. sia previsto che i residui annuali non utilizzati dal Fondo per interventi di solidarietà alle vittime dell’usura, di cui all’art. 14, siano destinati nella misura del 50% al Fondo di prevenzione dell’usura di cui all’art. 15 della medesima legge con un anticipo per questa annualità a valere sull’attuale disponibilità del Fondo per via dell’emergenza. Il 

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