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Comicult, prezzo intero anche per dieci minuti di concerto

La politica dei prezzi di sicuro non ha aiutato l’organizzazione del festival.

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Comicult, prezzo intero anche per dieci minuti di concerto

La politica dei prezzi di sicuro non ha aiutato l’organizzazione del festival. Così accade che al Comicult di Rende si paga caro persino per assistere a un quarto d’ora di concerto. La festa del fumetto che ha fatto seguito a quella di Cosenza a distanza di poco più di un mese e che si è svolto dal 18 al 20 maggio nella zona di Villaggio Europa ha avuto poche presenze rispetto al numero previsto e già lamentele alla sua prima edizione. Costo del biglietto giornaliero sette euro ma quando si chiede di partecipare solo ai concerti in programma la sera le cose cambiano. Proprio come domenica scorsa, ultimo giorno della manifestazione con il live di Giorgio Vanni, cantante di famose sigle cartoons. Un concerto che iniziato qualche minuto prima delle 21 è finito alle 21,35 circa. Fin qui tutto normale se non fosse che un gruppetto di malcapitati ritardatari (causa impegni di lavoro), si presentano ai cancelli alle 21,15 chiedendo in biglietteria, quando sarebbe finito il concerto, visto che era già iniziato e che sul programma non c’era scritta la fine. In biglietteria rispondono che Vanni avrebbe cantato in tutto un’oretta, quindi almeno per un’altra mezz'ora, tre quarti d’ora e il gruppetto rimasto al di là delle transenne, ormai rassicurati, si affrettano a pagare il biglietto d’ingresso, certi che avrebbero assistito per lo meno a metà concerto, perché alla fine avevano perso solo i primi minuti. Il costo del biglietto chiesto e pagato è di cinque euro, quasi come quello giornaliero che a differenza, però, comprendeva anche il giro negli stand con tanto di cosplayer nei capannoni allestiti e tutte le altre attività del festival, non soltanto il concerto. In realtà una volta entrati quei ragazzi che avevano appena pagato il biglietto quasi per intero e indossato il braccialetto rosso di controllo, dopo nemmeno un quarto d’ora vedono Vanni salutare dal palco perché il concerto è già finito. Increduli guardano l’orologio e non riescono neanche a reclamare perché in biglietteria non c’è più nessuno. E neanche tra gli stand smontati e deserti. A loro a questo punto non resta che tornare a casa delusi e con cinque euro in meno in tasca senza aver visto il beneamato cantante. Agli organizzatori invece il proposito per le future edizioni di adottare soluzioni più trasparenti per chi arriva dopo l’orario di inizio. Come a teatro che se arrivi a spettacolo iniziato non puoi più entrare né pagare il biglietto al botteghino o al cinema che ti avvisano che il film è già abbondantemente cominciato e sei tu a decidere sotto propria responsabilità se restare pagando per vederlo anche a metà o andartene. Oppure come allo stadio che per buonsenso, persino in occasione di grandi concerti, si aprono le porte a pochi minuti dalla fine senza alcun biglietto da pagare o da pagare ad un prezzo simbolico.

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