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A Carolei la tappa di Debora Vezzani

Concerto - testimonianza dell'artista nella chiesa parrocchiale di San Pietro.

A Carolei la tappa di Debora Vezzani

Si è svolto giovedì 18 gennaio nella Chiesa del Carmine a Carolei, il concerto-testimonianza della cantautrice Debora Vezzani, tappa del suo “Come un prodigio Tour”.

Iniziativa fortemente voluta da Don Mario Ciardullo, della Parrocchia San Pietro di Carolei, e portata avanti con la collaborazione delle parrocchie San Giovanni Battista di Domanico e San Luca Evangelista di Vadue.

Una importante esperienza di comunione tra le parrocchie e i cittadini dei due comuni coinvolti.

“La comunione si costruisce e richiede sacrificio e impegno. Non bisogna mai fermarsi” afferma don Mario, invitando la collettività a riflettere sull’essenzialità dell’impegno comune.

L’evento è stato partecipato e la testimonianza della Vezzani (accompagnata dal marito Jury Castellana), alternata da intensi brani musicali dal sapore di preghiera, si è contraddistinta per la grande semplicità unita alla forte intensità emozionale. Parole semplici, esperienze comuni di vita vissuta, esempi pratici e aneddoti che hanno coinvolto gli astanti in un modo diretto, quasi familiare.

Debora Vezzani, classe 1984, è una cantautrice di talento diplomata in flauto traverso al conservatorio e al CET di Mogol che porta addosso le ferite di una vita infelice, ferite curate e guarite dalle “carezze” di Dio che, in un difficile momento della sua vita, inaspettatamente, si è presentato al suo cospetto riscaldandole il cuore e facendole prendere coscienza del significato della sua vita.

Debora è stata abbandonata alla nascita e data in adozione ad una famiglia che si è presa cura di lei nel migliore dei modi, non nascondendole la sua origine, ma quel vuoto interiore dell’abbandono non ha mai lasciato il suo cuore fino a quando, dopo varie esperienze sentimentali negative, una sua amica le chiese di musicare il “Salmo 139”. Da quel momento piccole briciole lasciate dal Signore sulla sua strada l’hanno condotta al “pane della vita”, a quella pienezza a cui sempre aveva aspirato (leggi la sua storia sul profilo ufficiale Facebook)

Dalle parole del Salmo 139 nasce il brano Come un prodigio che è diventato il manifesto della vita di Debora, vita che si fa missione: condurre Dio ai cuori della gente attraverso la musica. Far comprendere a chi si sente una “nullità”, attanagliato dal vuoto, dalla depressione, dalla solitudine, dalla malattia, dalla povertà, che ogni vita è preziosa agli occhi di Dio. Un Dio che ci ama incondizionatamente, seppur con le nostre fragilità e debolezze, e ci ha creati come un prodigio.

13Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
14Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo”

 

Oltre al brano Come un prodigio durante la serata sono stati eseguiti altri brani, tra cui Ave Maria,

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Abbiamo chiesto ad una delle persone presenti le sensazioni che tale intensa testimonianza ha suscitato. Melinda Mantuano, che è venuta da Paola, ci ha risposto così:

“È la conferma, e riconferma, che attraverso la fede radicata in Dio e la fiducia in Lui, le cose impossibili diventano possibili. Ogni tanto quando la ascoltavo il mio cuore esultava, batteva al suono di alcune parole pronunciate da Debora come l’essere un prodigio agli occhi di Dio, l’avere una famiglia, l’amore di una mamma, l’essere accompagnati da Maria, Giuseppe e Gesù.

Nella mia storia, al contrario di altre esperienze di cambiamento che Dio ti fa vivere nella tua vita, io sono sempre cresciuta con Dio, Dio dentro di me. È come un prenderlo per mano e camminare. Ma non camminare davanti a Lui o dietro di Lui, bensì fare la strada al suo fianco, nella quotidianità della vita, nelle cose più piccole di ogni giorno. Ci vuole coraggio per fare questo, per parlare al mondo della propria esperienza di vita e di Dio, perché ai tempi d’oggi in cui l’umanità è superficiale e materialistica, in cui si preferisce dare risalto estremo all’IO, c’è bisogno di mettere la D davanti e lasciare che IO diventi DIO. Tre lettere come la Trinità, come la Sacra Famiglia (Giuseppe, Maria e Gesù), come Forza-Coraggio-Fiducia, come Via-Verità-Vita”.

 

Saremmo lieti di raccogliere altre testimonianze e di integrarle in questa pagina. Siamo sicuri che anche Debora Vezzani non potrà che essere contenta di raccogliere i “frutti” della sua missione J

 

Invitiamo chiunque voglia farlo di contattarci in privato, inviandoci la propria testimonianza via email: info@caroleireport.com

 

Veronica Longo

L'intervista

Cosa l’ha spinta ad intraprendere “Come un Prodigio Tour”?

Cosa mi spinge... è tutta volontà di Dio. Quindi… Arrivano le richieste, si vedono i frutti, che sono frutti di conversione: come dicevo prima, tanti aborti che sono stati evitati, anche tanti ragazzi che hanno cominciato a vivere in purezza. Perciò, vedendo tutti i frutti e le richieste, e poi avendo avuto conferma con la Parola di Dio, ho capito che il Signore vuole questo ancora: portare la mia testimonianza in parole e musiche. Semplicemente, io seguo la scia dolce che mi traccia l’Amore di Dio.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontra e le privazioni che questo progetto apporta alla sua vita personale?

Più che altro sono croci, non fisiche, ma intime, interiori. Sono le derisioni, i genitori che non capiscono, gli amici che ti ostacolano, una” emarginazione” da ciò che è considerato normale per il mondo. Ecco, allora consiglio di tenere duro e reggere psicologicamente, perché ci sono tanti attacchi su questo. Non ci sono privazioni nella famiglia, perché siamo uniti, abbiamo un bambino e riusciamo a viaggiare anche con lui. È, insomma, il combattere la mentalità del mondo.

Gabriella Bastone

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