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Amore e guerra nell'Aida portata in scena al Rendano

La voce scura e vellutata di Giulia Tenuta è stata magistrale nel trasmettere l’angoscia, la rabbia e la disperazione di Amneris (interpretata da un mezzosoprano cosentino) che vede il suo promesso sposo tradirla e tradire la patria.

Amore e guerra nell'Aida portata in scena al Rendano

Per sua natura, il teatro offre emozioni non convenzionali che arrivano dritte agli spettatori, estraniandoli dalle problematiche della quotidianità e portandoli a rivivere i fasti e i tormenti di epoche lontanissime. Nell’ambito del progetto “Scuola InCanto”, perciò, mercoledì 16 maggio, nella splendida cornice del Teatro Rendano, il gruppo “Europa InCanto” ha messo in scena l’Aida di Giuseppe Verdi, con la magistrale direzione di Germano Neri e la regia di Lisa Capaccioli. In precedenza, lo spettacolo ha calcato i palchi del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro Argentina di Roma e del Comunale di Bologna. Tra i protagonisti, il mezzo-soprano cosentino Giulia Tenuta, nei panni di Amneris, figlia del faraone e promessa sposa di Radames. Il matinèe è stato impreziosito dal contributo canoro dei bambini di diverse scuole elementari cittadine. La platea del Rendano è stata invasa da tanti piccoli egizi, in tunica bianca, con la “Nemes” in testa e con ventagli colorati tra le mani. Come ricordato dal narratore nel prologo, l’Aida è una storia d’amore, di guerra e di morte la cui trama orizzontale scorre in precario equilibrio tra storia e magia e tra fedeltà e tradimento. L’opulenza dell’antico Egitto si rispecchia nel retrogusto barocco del Teatro Rendano, in un trionfo di rosso e oro, colori per eccellenza della passione. Il triangolo amoroso tra Aida, Radames e Amneris e la disfunzionale relazione padre-figlia di Aida e Amonaso hanno catturato principalmente l’attenzione del pubblico. La voce scura e vellutata di Giulia Tenuta è stata magistrale nel trasmettere l’angoscia, la rabbia e la disperazione di Amneris che vede il suo promesso sposo tradirla e tradire la patria. Grazie alla sua interpretazione, non si può non provare compassione per una donna che si trova, suo malgrado, spogliata della sua legittimità coniugale e relegata a terzo incomodo in una storia epica tra due amanti che non hanno paura di sfidare la morte. D’altro canto, Radames non è il semplice uomo conteso che non vuole esporsi: al contrario, non esita un istante ad assumersi la responsabilità dei suoi sbagli e non vuole alcun condono da parte dei sacerdoti. Ai tormenti amorosi sono contrapposte le problematiche della genitorialità. Sia il faraone che Amonaso antepongono la loro brama di potere ai loro figli. Aida asseconda suo padre, perché sa quanto lui soffra per essere schiavo in Egitto, ma questo sacrificio affettivo non viene mai ricambiato. In modo del tutto innaturale, sono i figli a rinunciare alla propria felicità per i genitori, con conseguenze devastanti. A spettacolo concluso, gli scroscianti applausi di bambini e genitori hanno salutato il talentuoso cast: l’intensa Aida (Flavia Colagioia), il bravo Radames (Federico Veltri), il gran sacerdote Ramfis (Alfonso Ciulla), l’imponente faraone (Julius Loranzi), il deciso Amonasro (Christian Barone), l’esuberante messaggero (Arda Erol) e, ovviamente, l’emozionante e toccante Amneris (Giulia Tenuta).

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