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Francesco: "il nostro è il Dio delle sorprese"

Omelia pasquale pronunciata interamente a braccio. "E io ho il cuore aperto alle sorprese di Dio?", la domanda rivolta a se stesso e ai fedeli. 

foto Aci Stampa

La sorpresa, la fretta e la domanda: “E io”? Su questi punti si è articolata l’omelia del Papa per la messa di Pasqua celebrata sul sagrato della basilica di San Pietro e pronunciata interamente a braccio. “Primo, l’annuncio”, ha detto Francesco: “Li c’è un annuncio: il Signore è risorto. Quegli anni lì, nei primi tempi cristiani, andava di bocca in bocca, era il saluto: il Signore è risorto. E le donne sono andate lì per ungere il corpo del Signore e si sono trovate davanti una sorpresa”. “Gli annunci di Dio sono sempre sorprese”, ha spiegato il Papa, “perché il nostro Dio è il Dio delle sorprese. E sempre c’è una sorpresa dietro l’altra. Dio non sa fare un annuncio senza sorprenderci. E la sorpresa è quello che ti commuove il cuore, che ti tocca lì dove non te l’aspetti. Per dirla col linguaggio dei giovani, è un colpo basso: tu non te l’aspetti, e ti commuove”. 

“Le sorprese di Dio ci mettono in cammino subito, senza aspettare”, ha detto il pontefice. “Le donne corrono per vedere, Pietro e Giovanni corrono”, ha proseguito Francesco: “I pastori della notte di Natale corrono. La samaritana corre, per dire alla sua gente: ‘Questa è una novità, io ho trovato un uomo che mi ha detto tutto quello che io ho fatto’, e la gente sapeva quello che questa donna aveva fatto. E quella gente corre, lascia quello che stava facendo. Anche la casalinga lascia le patate nella pentola: le troverà bruciate, ma l’importante è andare a vedere quella sorpresa, quell’annuncio. Anche oggi succede nei nostri i villaggi, nei nostri quartieri: quando succede qualcosa di straordinario la gente corre a vedere”. “Andare di fretta”, ha sintetizzato il Papa: “Andrea non ha perso il tempo ed è andato da Pietro a dirgli: abbiamo trovato il Messia”. “Le sorprese, le buone notizie si danno così, di fretta”, ha commentato Francesco: “Nel Vangelo c’è uno che si prende un po’ di tempo, non vuole rischiare, ma il Signore è buono e l’aspetta con amore: Tommaso, ‘Io crederò quando vedrò le piaghe’. Il Signore ha pazienza con coloro che non vanno così di fretta”.

“E io? Ho il cuore aperto alle sorprese di Dio? Sono capace di andare di fretta o sempre con quella cantilena: ‘Ma domani vedrò, domani…'”. Il Papa ha introdotto con questa domanda l’ultima parte dell’omelia della Messa di Pasqua, pronunciata interamente a braccio dal sagrato della basilica vaticana, davanti a migliaia di persone in piazza San Pietro. “Non è lo stesso dire: domani”, ha ammonito Francesco: “Cosa dice a me la sorpresa? Giovanni e Pietro sono andati di corsa al sepolcro. Di Giovanni il Vangelo dice che credette. Anche Pietro credette, ma a modo suo, con la fede un po’ mischiata al rimorso di aver rinnegato il Signore”. “L’annuncio fatto sorpresa, l’andare di corsa e la domanda: e io, in questa Pasqua 2018, io che? Tu che?”, i suggerimenti del Papa per la Pasqua.

Fonte: Sir
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