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Card. Bagnasco: la famiglia è il baricentro della società

Ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società stessa (…) custodite le vostre famiglie! Proteggete le vostre famiglie! Vedete in loro il più grande tesoro della vostra Nazione. Diversi i temi trattati dal Cardinale presidente. Dal Sinodo al Convegno di Firenze.

Card. Bagnasco: la famiglia è il baricentro della società

Sinodo sulla famiglia e convegno ecclesiale decennale di Firenze, accanto al fondamentalismo islamico e a emergenze quali la disoccupazione e la “colonizzazione ideologica”, fino all’elezione del Presidente della Repubblica: sono alcuni dei temi affrontati questa sera dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella sua prolusione ai lavori del Consiglio episcopale permanente che si tiene da oggi a Roma fino a mercoledì 28 gennaio. Dopo aver richiamato alcuni pensieri spirituali del Papa, espressi nel suo recente viaggio pastorale nelle Filippine, il cardinale ha voluto ringraziarlo “per aver onorato la nostra Conferenza con il dono di due nuovi cardinali: l’arcivescovo di Ancona-Osimo mons. Edoardo Menichelli e l’arcivescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro, membro del Consiglio permanente in qualità di presidente della Commissione episcopale per le migrazioni. A loro - ha detto - vanno le felicitazioni più vive dell’Episcopato italiano e di questo Consiglio”. È quindi entrato nel primo degli argomenti della prolusione, il Sinodo sulla famiglia, notando che “nei prossimi mesi ci attende una tabella di marcia intensa che chiede l’impegno generoso nostro, del nostro clero e delle comunità”.

Ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società stessa (…) custodite le vostre famiglie! Proteggete le vostre famiglie! Vedete in loro il più grande tesoro della vostra Nazione”: queste parole di Papa Francesco, pronunciate nel discorso alle famiglie di Manila del 16 gennaio scorso, sono state richiamate dal card. Bagnasco nella riflessione in vista del Sinodo ordinario del novembre prossimo, che avrà per tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. “Con chiarezza - nota il presidente dei vescovi - il Sommo Pontefice ha inquadrato tali minacce nell’orizzonte di un tentativo arrogante e continuo di colonizzazione culturale o, come dice il Papa, ‘ideologica’”. Sempre citando il discorso di Manila, ha riproposto le parole “stiamo attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche (…) che cercano di distruggere la famiglia (…) Non perdiamo la libertà della missione che Dio ci dà, la missione della famiglia (…), come famiglie dobbiamo essere molto, molto sagaci, molto abili, molto forti, per dire ‘no’ a qualsiasi tentativo di colonizzazione della famiglia, e chiedere a san Giuseppe (…) che ci mandi l’ispirazione di sapere quando possiamo dire ‘sì’ e quando dobbiamo dire ‘no’”.

Dopo aver richiamato il pericolo per la famiglia, rappresentato “dai crescenti tentativi di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita”, il cardinale ha dedicato spazio alla assemblea della Cei del maggio 2015 che “sarà un momento importante di collegiale verifica sulla recezione dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. A distanza di un anno e mezzo (novembre 2013), è doveroso interrogarci, insieme al nostro clero e alle comunità cristiane, su quanto ci siamo lasciati contagiare dalle indicazioni spirituali, pastorali e missionarie che il Pastore universale ha dato alla Chiesa intera - ha proseguito -. Con l’ausilio di una griglia di lavoro, che prenderemo in esame in questi giorni, e nella luce dello Spirito, ci metteremo gioiosamente all’opera in questa azione di verifica che certamente andrà ad accrescere il senso di comunione ecclesiale, nonché il cammino di conversione e di evangelizzazione a cui tutti siamo chiamati”.

Per spiegare cosa intenda nel profondo circa le “minacce” alla famiglia, il cardinale ha posto alcuni paragoni: “Si dice famiglia, ma si pensa a qualunque nucleo affettivo a prescindere dal matrimonio - che ne riconosce in modo impegnativo la pubblica valenza - e dai due generi. Si parla dei figli come se fossero un diritto degli adulti e un oggetto da produrre in laboratorio, anziché un dono da accogliere. In Europa - ha sottolineato - si vuole far dichiarare l’aborto come un diritto fondamentale così da impedire l’obiezione di coscienza, e si spinge perché sia riconosciuto il cosiddetto aborto ‘post partum’! Si afferma la qualità della vita, ma la si concepisce come efficienza e produzione, anziché come rete di relazioni di giustizia e di solidarietà. Si discute sulla malattia e sulla morte come qualcosa che deve essere a nostra disposizione, e non invece nella prospettiva per cui la salute di ogni cittadino interessa il bene comune”. “Insomma - ha quindi notato -, si ricerca la garanzia dei diritti individuali, ma si dimentica la serie dei corrispettivi doveri sociali, senza dei quali una realtà comunitaria non sta in piedi. Per questo, se la famiglia è il baricentro esistenziale da preservare, l’impegno nella vita sociale è aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese”.

Proseguendo nella prolusione, il cardinale Bagnasco ha richiamato i contenuti della recente assemblea Cei di Assisi, dove si è riflettuto sui rapporti tra i vescovi e il clero. “Abbiamo aperto il nostro cuore e confermato la stima grata per i nostri primi amici e collaboratori - ha notato -; sono emerse domande circa i modi migliori per sostenerli e incoraggiarli nell’essere presbiterio attorno al Vescovo e nel loro generoso apostolato. Dobbiamo trovare i modi per un migliore coinvolgimento, al fine di poter formulare - nei tempi più brevi - dei processi virtuosi da percorrere tra noi e noi con loro. Il puntuale intervento introduttivo del Papa, nell’Assemblea del maggio scorso, resta un punto di riferimento anche per questo nostro intento e dovere”, ha poi concluso il cardinale su questo punto. 

Fonte: Sir
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